le FOTOle nostre foto e i nostri racconti

I resoconti dei nostri incontri e i nostri raduni corredati dalle relative foto. Un modo per condividere le nostre emozioni.

Germania 2011

Fotografie del raduno di Haunsdorf

Ancora Germania, di nuovo, dopo nove anni e nove raduni, questa volta nell'Alta Baviera, poco più a sud di Norimberga. È passato del tempo e del raduno mi restano nella mente solo ricordi e momenti spezzati.

Perché non è facile riordinare quello che è successo, specialmente a distanza di tempo, dopo cinque anni.

Quando si viaggia non si prendono appunti, tra l'altro il viaggio viene effettuato in moto, per cui non c'è nemmeno la possibilità di usare un registratorino, uno di quelli da dettatura, che stanno in una mano sola. Sapete com'è: una mano sul gas e una su freno, non si sa mai, e lo sguardo che spazia attorno, un po' attento a quello che di inaspettato può presentarsi sulla strada e un po' ammirato, o preoccupato, a seconda del clima, dal paesaggio, dal cielo, dal vasto mondo.

Il pensiero lavora. Non hai nessuno con cui parlare. Siete soli tu e la moto. Unico interlocutore il suono del motore che ti scandisce i tempi del viaggio. Per cui si pensa, si pensa molto, ma tanti di questi pensieri, una volta arrivati a destinazione, se ne vanno nei ricordi che il tempo seleziona e sbiadisce.

Per cui, tolte le solite elencazioni di eventi oramai ripetitivi, uguali a tutti i raduni che si rispettino (il puntello all'Autogrill, le soste per la benzina, il check sul percorso da fare, ecc.), restano, appunto, i momenti.

Resta l'arrivo, nel primo pomeriggio, in un paesaggio da fiaba, laghetti azzurri incorniciati da boschetti ombrosi, la foresta di sempreverdi infiniti piena, ne sono sicuro, di gnomi e di fate, il prato del campeggio ai bordi della pista da cross. La Germania è bella. Una goduria per gli occhi. Mi chiedo da un po', da quando, in sostanza, ho messo per la prima volta piede in questa nazione particolare, come possono mantenere questo equilibrio tra una industrializzazione che ha pochi equivalenti al mondo e una natura così armoniosa. Beh, magari l'argomento non è proprio banale però ogni volta l'impressione è la stessa e mi pongo le stesse domande.

Dell'arrivo ricordo l'incendio della moto di Valter (lui sì capace di fare di tutto con una mano sola mentre guida la moto), causato da poca benzina venuta a contatto con lo scarico e prontamente estinto da un intervento di un amico tedesco. Nessun danno solo paura.

Resta l'incazzatura (molto, molto romagnola 😊) di Ciacio. Non avevano dato il premio al suo amico Pompili, proprietario ed autore, secondo lui ma inequivocabilmente, della Elefant più bella fra tutte. In effetti, il Pompa, è un elaboratore particolarmente abile, capace di far risorgere dall'inferno della quasi rottamazione una moto rinnovata e lucida, praticamente perfetta. E la sua Elefant è bellissima. Ma, nel 2007, in Austria, aveva già ottenuto l'ambito riconoscimento (tra l'altro, per la stessa moto) e il premio non è nato per premiare "la più bella" ma la più simpatica, la più originale, la più inventiva, ecc. e, sì, anche in qualche caso, ma non necessariamente, la più bella. Non è un premio classico, di quelli attribuiti mediante riunioni ufficiali di giurie paludate e pompose, ma un gioco, un divertissement, dato a giudizio di chi si prende la briga di deciderlo, senza investimenti particolari da parte di comitati e cose del genere. Qualcuno dice "ci penso io" e lo fa, punto. Un anno lo abbiamo dato io e Riccardo, girando nel campeggio e gettando una rapida occhiata alle moto, a nostro insindacabile giudizio. Ma si sa, fin dai tempi della guerra di Troia, che i premi dati dalle giurie (che sono umane, con valutazioni giocoforza soggettive) lasciano sempre scontento qualcuno e, se a Cannobio nessuno si era lamentato della scelta, ad Haunsdorf il premio è andato ad una Elefant sidecar da fuoristrada che non ha convinto più di tanto. Sicuramente non Ciacio.

Restano le visite a Rothenburg ob der Tauber e Ansbach, tutti insieme, con le nostre moto, a rinnovare il piacere della guida tra amici, assistiti da Andreas che parla un ottimo italiano e grazie al quale le visite sono state sicuramente più interessanti.

Resta, infine, il viaggio di ritorno. Nei giorni dedicati al raduno aveva piovuto, anche con rovesci violenti, ma tutto sommato eravamo riusciti a fare le nostre escursioni all'asciutto. Infatti la pioggia era caduta soprattutto di sera, quando ormai ci dedicavamo a birre e chiacchiere. Al momento di partire sembrava che il tempo ci avrebbe concesso la necessaria tregua ed un viaggio confortevole. Invece, percorsa poca strada, siamo incappati nella più violenta e fredda grandinata che, a mia memoria, mi sia mai capitato di affrontare in motocicletta. Ora, non è che io me ne vada in giro sulle due ruote solo col sole ed il bel tempo, certo, li preferisco ma, se mi capita, viaggio anche con la pioggia, anche quella forte. Nell'occasione del viaggio in Inghilterra, ad esempio, ho, assieme ai miei compagni, guidato per ore sotto la pioggia battente, con le strade ridotte a lastre d'acqua vaste e simili a specchi di vetro, anche a velocità sostenuta. Insomma non sono un motociclista solo "da secco". Ma la pioggia unita con la grandine e soprattutto il freddo patiti nel ritorno da Norimberga li ricorderò sempre come il limite oltre il quale è molto, molto meglio cercarsi un bel ristorantino a bersi un po' di cioccolata calda.

Quella volta, l'arrivo in Italia, superato il Brennero, è stato come il sentirsi riavvolgere in un caldo e amoroso abbraccio. Ed anche questo, alla fine, è un bel ricordo.

Piero Niccolai