le FOTOle nostre foto e i nostri racconti

I resoconti dei nostri incontri e i nostri raduni corredati dalle relative foto. Un modo per condividere le nostre emozioni.

Germania 2002

Fotografie del raduno a Steinenstadt

E allora proviamoci! Proviamo a mettere nelle parole le emozioni provate in questi pochi giorni e in questi tanti kilometri.

Tutto comincia quando…tranqui gente, cercherò di non essere pedante.

Bè, dicevo, tutto comincia quando il prode Siccobi (per me si chiamerà per sempre così dopo l'impresa di sabato) butta lì l'idea del raduno e chiaramente io e James, tarati nella testa, accettiamo subito, tant'è, la Germania è proprio dietro l'angolo, subito sopra la Svizzera, checcevò.

Un mese di preparativi, spese, smonta-rimonta e via dicendo e alla fine arriva il venerdì fatidico, dopo che nei due giorni precedenti da 15 che dovevamo essere ci eravamo ridotti in 6. Invece alla fine ben dieci Elefant italiani erano presenti all'appello, che emozione.

E un'altra grande emozione la danno i preparativi, la messa a punto del mezzo e quell'idea che ti tiene occupati i giorni e che si fa sempre più grande e pesante mano a mano che il giorno si avvicina, tanto che a tratti ti dici che non parti più, negli attimi di lucidità che squarciano quella meravigliosa follia dei lunghi viaggi in moto.

L'ultima notte è sempre la più strana, aspetti con impazienza l'ora, i bagagli sono fatti, la moto è già carica…e poi finalmente arriva il momento di premere il pulsante di accensione e tutto comincia.

Via, il vento che comincia a sibilarti intorno, il sole che sorge ti batte addosso e senti ancora il fresco della notte che non c'è più, sai già che sarà una giornata calda, calda sì, nel cuore. Via. E mentre vai ti accorgi che sorridi e sembra che anche la tua moto sorrida con te, via, e il nastro d'asfalto scorre sotto, le marce cambiano, i giri salgono, via…

Mano a mano ti unisci agli altri e il gruppo cresce, tre, quattro Elefant, ma chi li aveva mai visti. Arrivano da tante parti, Siena,Firenze, Bologna, Ferrara. A Chiasso la dogana, arrivano altri due da Torino e Vicenza e siamo sei. E su per il San Gottardo, con il freddo e le nubi che ci avvolgono, un vento gelido che ti entra dentro e poi di nuovo verso il basso, la Svizzera tedesca, i cartelli che cambiano la lingua, il paesaggio che non avevi mai visto ma che è esattamente come ti aspettavi.

È strano come in quelle lunghe ore in cui guidi e non hai altro da fare, la mente vada a fare le riflessioni più strane, pensi davvero di tutto, dai casi tuoi alle considerazioni più assurde, ai particolari.
Così in Svizzera ti accorgi che:

  • le autostrade svizzere sono peggiori delle nostre
  • in quanto a soldi gli svizzeri non li frega nessuno
  • la Svizzera è bella
  • le Svizzere sono belle
  • gli Svizzeri no
  • la Svizzera è pulita
  • gli Svizzeri non rispettano i loro limiti di velocità
  • in Svizzera è bello viaggiare
  • in Svizzera è *solo* bello viaggiare
  • non bisogna mangiare in Svizzera
  • in Svizzera sono due le cose convenienti: la seconda è la benzina
  • l'asfalto svizzero è strano
  • gli Svizzeri ti guardano dall'alto in basso, specie quelli alti due metri

Sul Passo del San Gottardo ci siamo fermati un pò, nonostante il freddo e abbiamo scoperto che è fortificato. Ci sono trincee e depositi ovunque, scavati nelle rocce, e scopri che li hanno costruiti nel '38 per paura di un'invasione dell'Italia. E li mantengono perfettamente efficienti tuttora.

Poi, dopo aver costeggiato il lago di Lucerna, bellissimo, alla fine siamo arrivati a Basilea e di lì in Germania. E qui sbagliamo uscita e ci troviamo in Francia, ora le dogane non ci sono più, dove fino a sessant'anni fa la gente si sparava addosso. Alla fine arriviamo al posto del raduno, Steinenstadt, in provincia di Friburgo. Dell'arrivo ricorderò che mi sono fermato a chiedere indicazioni a due ragazze che ho poi scoperto essere sordomute…mi spiego a gesti e ci intendiamo meglio che con gli altri: quando si dice il caso. Il colpo d'occhio è fenomenale, Elefant da ogni parte, in tutte le versioni, quanti non ne avevo mai visti. Addirittura ne vedo uno…con il sidecar!!! e vedo che in effetti poco più in là c'è un raduno di sidecar, in Germania vanno molto, di ogni tipo, trasformazioni incredibili, sidecar 2000 16v, dei veri missili terra-terra su cui loro caricano con indifferenza i figli, con le mogli che seguono su altra moto. Chissà le mamme italiane che farebbero…

Il Raduno è stato semplice e semplicemente fantastico. Tanti piccoli episodi me lo faranno ricordare, come quando, alle due e mezzo del mattino del sabato, ubriaco storto, seduto intorno al fuoco a parlare del senso della vita con un ragazzo tedesco che non parlava italiano, e lui mi raccontava le cose e io rispondevo "ehhh, lo fanno, lo fanno" e poi parlavo io e lui diceva "ja, ja" e birre in mano e bere e nessuno dei due capiva l'altro ma andava bene così .

Ancora, ricorderò GianMarco Rizzo che ci istruiva sugli irlandesi, il classico tizio tedesco sulla cinquantina, birra in mano e pancia grossa che urlava "Moto Guzzi, Moto Guzzi" e spariva in mezzo al granturco alto due metri per poi riapparire dopo dieci minuti e urlare e bere di nuovo…

Bè, un paio di cose meritano di essere raccontate. Il sabato, mentre il prode Siccobi giungeva da Bologna (1500 km in due giorni!) con altri due Elefantisti, noi siamo andati in dodici Elefant a visitare Friburgo (davvero carina) e, guarda il caso, che c'è a Friburgo in quei giorni?

Ma il Gay-Pride naturalmente! Ho praticamente visto tutti i Village People, non so quante volte mi sono messo a cantare e ballare YMCA in mezzo alla strada, ho visto cose che voi umani…

L'accoglienza dei tedeschi per noi from "Bella Italia" e la cortesia, i sorrisi e tutto il resto davvero non me li aspettavo. Li credevo un pò freddi verso noi Italiani, come gli Svizzeri, invece no.

E quante trasformazioni che ho visto! Un'orgia di Elefant per tutti i gusti, che sballo uno olandese super-preparato da competizione da Azzalin e che in effetti i deserti li aveva visti spesso. C'era un tipo che ci aveva già fatto 200.000 km attraverso tutti i deserti dell'Africa ancora lo aveva lì funzionante.

E adesso, la perla.

Al raduno, oltre ai 35 Elefant c'era anche un BMW R1100GS, che i tedeschi chiamano la "Vacca di Gomma" per come dondola. Al momento di partire, tutti gli Elefant sono partiti e andati, l'unico che non ne ha voluto sapere di partire è stato proprio il BMW. Potete immaginare i nostri commenti. ];)

Al ritorno eravamo in dieci. Dieci Elefant. Sotto il tunnel di Lucerna il rombo dei nostri motori è stata una cosa davvero mitica, che non dimenticherò mai.

Riccardo "Kiwi" Tori