le FOTOle nostre foto e i nostri racconti

I resoconti dei nostri incontri e i nostri raduni corredati dalle relative foto. Un modo per condividere le nostre emozioni.

Azzalin 2003

Fotografie della visita alla CH Racing

Come già fatto per i report sul raduno di giugno ho deciso di affidare ai vari interventi inviati alla mailing list degli elefanti italiani il compito di raccontare.

Piero "Siccobi" Niccolai

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È stata veramente una bella giornata, mi sono sentito un bambino in un negozio di giocattoli, ma mi sa che anche per voi è stato cosi.

Sentire poi rombare le ele della Dakar mi ha fatto accapponare la pelle, fischia, ma quanti erano i nostri cugini tedeschi, e che moto fantastica la marathon tedesca con tutti i serbatoi supplementari, mi sa che me la sognerò di notte per un po’. Siete veramente tutti simpatici e come vi immaginavo

In questi frangenti salta fuori la mia ignoranza nello scrivere le sensazioni che si provano in giornate memorabili come questa o quella del raduno di Siena e ad altri incontri fra Elefanti, una sensazione che ognuno di noi prova in maniera diversa, nel mio caso si manifesta come se una morsa mi stringesse il cuore e nello stesso tempo una scarica elettrica mi pervadesse tutto il corpo e siccome è abbastanza imponente non vorrei che fosse la causa del recente black-out subito dalla nazione intera.

A parte gli scherzi mi sono commosso quando tutti allineati si è partiti dal campeggio "Le Soline" per andare a cena. Vedere il lungo serpentone di Elefant (per altro correttissimi) il rombo sommesso degli scarichi che ad un girare di polso avrebbe potuto creare un terremoto e la gente, tutta la gente, che salutava l'orda di guerrieri in pace ed apprezzati credo proprio per il totale rispetto degli abitanti stessi del piccolo borgo attraversato.

Questo mi fa sentire fiero di fare parte della lista degli Elefanti.

La stessa cosa è successa ieri quando Mauro, il meccanico di Azzalin, ha avviato le "bestie" medesima sensazione con godimento assoluto quando sono salito su ad una di queste per la fotografia di rito.

La compagnia è stata ottima, persone regolarissime che mi sembra di conoscere da una vita: continuiamo così.

Vedete l'espressione della mia faccia mentre sto su la moto di Hubert?

È quella di un bambino su una montagna di cioccolata, oppure su una montagna di Lego o di pezzi del meccano. O meglio, di un Siccobi sulla moto di Hubert Auriol, appunto.

Se io oggi guido un'Elefant (che è già la seconda che mi son comprato) è grazie a quel signore lì e alla sua moto.

Io rimasi affascinato dalla bellezza della moto che avevo visto sfrecciare al casello di Casalecchio una umida mattina di inizio dicembre, tutta bianca, alta, veloce con un rombo pieno e potente. Diversa dalle altre Ducati in collaudo che spesso mi incuriosivano. Una moto "strana" (come direbbe Carlo Lucarelli), inusuale per quei tempi. Per cui seguii tutta la corsa, per quanto permetteva la tv (e cioè con estrema fatica), con un interesse nuovo. Seguii i distacchi che Auriol infliggeva agli avversari nelle tappe più difficili e di navigazione. Lo vidi sulla ferrovia della Mauritania alle prese con la terza gomma scoppiata a causa dei detriti metallici sulla massicciata che gliele spaccavano.

E lo ammirai quando con entrambe le caviglie spezzate trovò la forza di giungere al traguardo prima di accasciarsi in preda al pianto e al dolore. Ritirandosi non sconfitto.

E quella moto bianca e nera correva per le dune più veloce di tutte.

La prima immagine che ho mai realizzato al computer (oggi è il mio lavoro) è stata la riproduzione, effettuata a mano libera, della copertina di Motociclismo con Auriol in impennata nel deserto.

E sulla mia libreria c'è il modellino in scala di quella moto lì.

Nella foto di cui parla Franco (e che è nella sezione "foto", ndr) io sto guardando la sabbia del Teneré.

Conoscere la famiglia Azzalin è stato veramente un piacere, persone semplici e appassionate oltre che ospitali e disponibili.

Di Castiglioni che dire. Mentre gli stavamo esponendo i nostri comuni problemi mi ha sfilato dal taschino della polo elefantica il pacchetto di Camel servendosi da solo, un gesto che non vuole dir nulla, forse un intercalare tra una rimostranza e l'altra. Comunque ci ha ascoltato e, a parole ovviamente, si è impegnato ad interessarsi x le omologazioni (vedi il caso di Alberto di Modena) e sul reperimento ricambi in generale che lui afferma che ci sono!? A Kiwi l'onere e/o l'onore di contattarlo!

Mauro Cremonesi, il meccanico storico di Azzalin è stato eccezionale nel raccontarci la meccanica, gli studi, le evoluzioni dei "mostri Dakariani" ed alcuni aneddoti e particolarità dei piloti che furono. Una pasta d'uomo.

Come lo stesso Fabrizio e la sua compagna Vittoria. E poi conoscere nuovi amici fuori e dentro la lista, rivedere facce note contente di ritrovarsi così numerosi ad un avvenimento agognato…è stato emozionante e appagante. E poi i giornalisti al seguito….

Mi sento di dire che da tutto questo nostro "amore" qualcosa di buono nascerà .

Che dire.. Un sogno.. Una quarantina-cinquantina di elefant provenienti da Italia, Francia, Austria e Germania tutti insieme alla "mecca dell'elefant" dove nascevano e venivano "educati" gli elefanti che partecipavano e vincevano le parigi-dakar della fine anni ottanta - inizio novanta.

Moto pilotate dai vari Orioli, Auriol, La Porte, Marinoni, De Petri, Gualdi, Neveu e C.

Moto dall'aspetto rozzo, e, nella loro unicità fantastiche.

Ci troviamo da Azzalin ed entriamo nel piazzalone, in fondo ci aspettano le moto ufficiali delle Dakar 86-92 in compagnia del gigantesco camion Mercedes dell'assistenza e un piccolo buffet, la famiglia Azzalin fa gli onori di casa ed il simpatico Mauro, capo-meccanico comincia ad illustrarci le singole moto sia dal punto di vista tecnico sia raccontandoci aneddoti curiosi e retroscena inediti delle avventure che si vivevano nei deserti africani negli anni ruggenti dei Rally-raid.

Incontriamo anche il "Signor CAGIVA", l'ing. Castiglioni, subito preso d'assalto da una falange a capo di Kiwi che si presenta e comincia a snocciolare richieste ed ultimatum, chissà mai che si riesca ad ottenere una migliore assistenza e qualche nulla-osta.

Ma sul più bello si ode un rombo, un ruggito. NO!! UN BARRITO FURIOSO!!! Il capo-meccanico ha acceso un paio di moto, che dire, sentire il rombo dei cugini cattivi delle nostre moto fa un bell'effetto, ci si raduna attorno ai pachidermi risvegliati dal letargo per assorbire ed assimilare fino all'ultimo decibel di quei "respiri".

Poi ci facciamo audaci e cominciamo a saltare in groppa alle moto..

Altissime, purissime, LIEVISSIME, sembra tanto innaturale sentire così leggere delle moto dalle dimensioni veramente notevoli, certo l'assenza dei circa 50-70 litri di benzina nei serbatoi fa la sua parte, ma anche in confronto ai nostri elefanti stradali senza benzina, queste moto sembrano delle piume, certo, piume dalla cui cima si tocca a malapena con le punte, ma ugualmente maneggevoli.

Ora di pappa, tutti insieme appassionatamente, ed al ritorno scopriamo che qualche tedesco ha pensato bene di approfittare della cortesia e competenza del reparto corse per farsi sistemare qualche acciacco.

Qualche flash e considerazione:

Venerdì sera vengo contattato da un losco uccellino australiano che mi dice di portare a cena gli attrezzi per riparare un rubinetto benzina :-OOOO

Le camere d'albergo a 15 stelle con i lampadari della Murrina e le placchette living serie ORO.

Terminali x strada.

Olio frizione.

Elefanti, non ce ne sono due uguali, vecchia affermazione, ma dopo quanto ho visto da Azzalin SEMPRE più vera, specialmente se si considerano gli elefant tedeschi, mannaggia a loro ed al TÜV

Azzalin, persone fantastiche, estremamente disponibili e cortesi, anche quando gli si va a sbirciare negli angolini segreti dove son nascosti prototipi top-secret.

Elefantisti… Dei martiri felici ;-)

Una splendida giornata ;-)

Non so che cosa mi aspettassi da questa visita da Fabrizio e Roberto Azzalin (per chi non lo sapesse sono i titolari della CH Racing, l'officina che ora si occupa del reparto corse ufficiale Husqvarna ma che in passato ha costruito tutte le Elefant delle Parigi-Dakar, Faraoni e i vari rally-safari) ma devo dire che tutto è andato meglio di quanto avessi potuto pensare, primo fra tutto il tempo atmosferico, bel sole ma temperatura ideale per stare all'aperto, poi le meraviglie meccaniche che abbiamo potuto toccare con mano. La parata di tutti gli Elefant dei vari rally, disposti a semicerchio nel piazzale della CH Racing, mi si è presentata davanti all'improvviso e mi ha lasciato un momento senza fiato. Parcheggiata velocemente la mia in mezzo agli altri quaranta elefanti intervenuti per l'occasione (di cui metà tedeschi, con austriaci e francesi), mi sono diretto verso quei mostri sacri e mi son messo a studiarli con tanta attenzione senza aver mai il coraggio di toccarli. Erano le stesse moto che abbiamo visto in tv e nei filmati tante volte. Alla fine ho ceduto alla tentazione e sono montato sopra a qualche esemplare con la grande sorpresa di scoprirli leggerissimi! Sono estremamente alti, io che sono 1,85 toccavo con le punte, ma da fermi trasmettevano la sensazione di una grande maneggevolezza.

La visita ufficiale è cominciata quando il meccanico che aveva seguito le varie spedizioni ha cominciato ad illustrarci i vari modelli partendo dal più "anziano", quello con i colori Ligier, raccontandoci via via aneddoti, pregi e difetti dei piloti e della moto, rotture occorse per la via e le successive migliorie che ne sono state ricavate e applicate nei modelli successivi. Al termine della spiegazione ne ha accese due e…beh…ragazzi che rombo!!!

Proprio mentre eravamo lì ad ascoltare il tutto e a parlare con i vari meccanici, arriva un tizio brizzolato e…lo riconosciamo in Claudio Castiglioni, intervenuto anche lui a vedere le moto che hanno reso celebre il marchio che porta il nome di suo padre. Breve conciliabolo fra noi elefantisti italiani poi siamo partiti a razzo nella sua direzione, lo abbiamo circondato e abbiamo cominciato a parlargli. Ci siamo presentati, lui all'inizio era un po' timoroso, ci guardava con sospetto, poi abbiamo cominciato a snocciolargli tutte le nostre lamentele e problemi. Indossavamo le nostre polo, quelle con il marchio "Elefantitaliani". Si è dimostrato estremamente disponibile, quando gli abbiamo parlato del problema ricambi, la sola cosa che ha detto è stata: "ma come! I ricambi ci sono, ve lo assicuro!", poi abbiamo continuato con il problema omologazioni per trasformazioni varie e via dicendo e lui ha detto così : "me ne occuperò io personalmente. Lei (rivolto a me) mi telefoni lunedì e chieda di me direttamente e risolveremo tutto". Bene, io lunedì chiamerò, secondo voi mi risponderà? Sono aperte le scommesse. (Riccardo ha poi chiamato ma Castiglioni si è negato, ndr)

C'erano anche alcuni giornalisti, le interviste sono state tante, anche le foto, poi Azzalin padre ha portato alcuni fortunati a visitare il magazzino ricambi…cosa non c'era lì dentro! Poi in un angolino, coperto da un telo, ci fa vedere una cosa che ci ha fatto rizzare le antenne: un motore Multistrada montato un telaio grezzo di Elefant! Il figlio si lascia scappare qualcosa al riguardo, stanno studiando la possibilità di costruire di nuovo l'Elefant con quel motore, perché reputano il telaio ancora validissimo. Vedremo presto l'erede dell'Elefant nel deserto dare la caccia ai Ktm? Magari!

Alborghetti, Ferrari, Niccolai, Rizzati, Rosselli, Tori