le FOTOle nostre foto e i nostri racconti

I resoconti dei nostri incontri e i nostri raduni corredati dalle relative foto. Un modo per condividere le nostre emozioni.

Inghilterra 2004

Fotografie del raduno a Bisley

Quando parto per un lungo viaggio vorrei arrivare subito a destinazione.

Appena ritiro il biglietto dell’autostrada e imbocco lo svincolo dò gas ed accellero senza curarmi di nulla se non dell’arrivare e che sia il più presto possibile. Guardo fisso davanti a me con la testa che si muove sballottata dal vento della corsa, regolo l’accelleratore ad una alta velocità di crociera perché mi preme giungere alla meta. Esiste solo l’asfalto e le righe che delimitano la corsia. Passano i minuti e la corsa monotona prosegue uguale. Poi, piano, piano, prima di rado, a volte in modo impercettibile, poi sempre più spesso inizio a distrarmi. Inizio ad accorgermi del mondo che se ne sta al di là del guard rail, mi accorgo della campagna, del paesaggio. Ed allora comincio a liberare le ali del pensiero cullato dal rumore del vento che corre a pochi centimetri dalle orecchie oltre il casco. Scruto il cielo, osservo una casa, scorgo il sopraggiungere delle colline, ascolto il suono del motore sotto di me. è dopo la prima ora che tutto questo accade. Dopo la prima ora scompare la fretta e scompare la premura, sento che potrei viaggiare ore ed ore senza pesarle. Prima conti i minuti, dopo non ti curi delle ore. Le vibrazioni diventano ritmi, il rumore del vento diventa suono, il rullare delle ruote si traforma in danza, entri a far parte del mondo che ti circonda, un punto che si muove lungo la terra spinto dalla voglia di conoscere. Dopo la prima ora l’ansia si placa. Ed è allora che inizi davvero ad avvolgere quel lungo filo che ad una estremità ha l’Inghilterra e all’altra ti prende per mano. La corsa si traforma finalmente in viaggio.

Da quel momento sei solo con il tempo e lo spazio che si apre di fronte a te, libero.

Ci sono esperienze nella vita per cui vale la pena impegnarci un pochino, i viaggi per me meritano sempre un'altissima considerazione nella mia scala dei valori, quelli fatti in moto poi ancora di più e se poi la moto è un' elefant.., beh… la soddisfazione è veramente grande.

La compagnia era quella giusta, le condizioni ideali, la voglia di divertirsi non manca mai, non nascondo neanche qualche timore più che giustificato sul mezzo ;-) che però hanno reso il viaggio ancora più affascinante.

4280km in sette giorni, un kg di olio abbondante, un orecchio ancora che fischia, un tremolì o alle mani ancora fastidioso a due giorni dal ritorno ma ripartirei subito.

Ragazzi ne è valsa veramente la pena, indipendentemente dal viaggiare con la propria moto a spasso per l'Europa, in Inghilterra ho trovato una famiglia, gli elefanti anche se in via d'estinzione sono una vera famiglia, si condividono gioie e dolori, passioni, comprensioni, tutti fieri della propria moto con quella risatina quando si parla di problemi, che significa ti capisco e subito dopo sono li pronti che ti danno un consiglio o ti dicono come hanno risolto.

Amici da diverse nazioni, si beve birra si scambiano due chiacchiere, peccato la lingua non proprio eccellente, lo dovrò impare bene sto benedetto inglese prima o poi, ma l'atmosfera è veramente magica ed esclusiva, ve lo consiglio, è molto terapeutica e curativa.

Le nostre moto sono propedeutiche e ve lo dice uno che di meccanica ne sa poco, ho soltanto dei buoni amici che non risparmiano buoni consigli, essere motociclisti non vuol dire avere soltanto una moto affidabile, ma godersela la propria moto, io me la sono goduta nonostante tutto… capite a cosa mi riferisco, se proverete l'esperienza di un raduno elefant prima o poi un sogno che avete sempre alimentato diverrà realtà .

Questo è stato Bisley 2004 per Cementone.

E ricordate: if your life’s a jungle, become an Elefant!:-)))

Niccolai, Stradaioli