le FOTOle nostre foto e i nostri racconti

I resoconti dei nostri incontri e i nostri raduni corredati dalle relative foto. Un modo per condividere le nostre emozioni.

Slovenia 2005

Fotografie del raduno di Celje

"Allora che fai pelandrone, vieni o no? Ora non hai più scuse!".

Al telefonino era la voce del Kiwi ed era vero: non avevo più scuse.

Ero in Piazza Maggiore, giovedì sera, la sera prima della partenza per il raduno, a festeggiare assieme ad alcune migliaia di sciamannati tifosi(1) (come me) fortitudini il sospirato secondo scudetto arrivato con quel tiro miracoloso da tre di Douglas allo scadere di gara quattro di finale contro Milano.

Non avevo più scuse e l’indomani sarei partito per il raduno in Slovenia. Da circa un mese, ovvero da quando mi ero accorto della oramai usuale(2) concomitanza delle date delle finali play off e del raduno, ero combattuto, anzi, lacerato, tra le mie due anime: il tifoso e il motociclista.

Insomma, mettetevi nei miei panni (d’accordo Max ci starebbe un po’ stretto e il Valter un po’ largo, ma voi provateci lo stesso), la squadra per la quale spasimo, faccio il tifo, soffro, raramente gioisco, per la quale spendo ogni anno fior di quattrini in abbonamento e sudore, lacrime e sangue (ok, sto esagerando) arriva ad un passo da una sospiratissima vittoria ed io non sono lì?

Fate conto di essere il regista del vostro primo film e di non poter andare alla prima.

O di non poter assistere alla nascita del vostro tanto atteso primo figlio (ok, sto esagerando ancora).

Oppure ancora, per fare un’analogia sportiva, di essere un interista che sta per vincere lo scudetto del campionato di calcio (ok, ora sto VERAMENTE esagerando).

Per farla breve: o vinceva (o anche perdeva) definitivamente la serie quel giovedì lì oppure la gara decisiva sarebbe capitata proprio la domenica seguente, quando voi tutti eravate in Slovenia con le vostre belle moto alle prese con cristallini laghetti, economici ma lauti banchetti, veloci scorrazzate in mezzo a meravigliose curve montane o difficili e selettivi sterrati.

Ma tutta questa sofferenza interiore (ma anche esteriore, chiedere a Valeria per conferma) era stata ora cancellata da quel miracolo della balistica cestistica ad un soffio dalla fine(3). Per cui il venerdì mattina eccomi all’appuntamento presso la prima area di servizio dopo Ferrara Nord, con alle spalle ben due ore di meritato riposo.

Avete mai provato a sciropparvi cinquecento, più o meno, chilometri in moto dopo aver dormito al massimo un paio d’ore? Ad un certo punto cominci a vedere bello Bibo e bella la moto del Kiwi, ma soprattutto non troveresti la strada nemmeno del cesso di casa tua. Per questo motivo, quando Riccardo mi ha poi chiesto di fare da guida alla carovana, ho declinato l’offerta, troppo alto il rischio di condurre tutti in Slovacchia invece che in Slovenia o, chissà, a circumnavigare il Balaton. Ci siamo poi persi ugualmente, confondendo una valle con quella di fianco, uno smarrimento, tutto sommato, di poco conto e comunque utile per conoscere strade non previste, girovagando fino a riprendere alla fine la giusta via.

Mi sono dunque ritrovato anche quest’anno in compagnia di vecchi amici e belle facce (o viceversa): Kiwi, Bibo, Alex, Zambo il modificatore-riparatore volante, Kika, Firra, Il Gigante e la Bambina(4), l’onniscente Gianmarco, il Trio Ferrara(5), Mary per sempre(6), l’elefante pompiere Conte, i quattro del Gruppo Vacanze Milano(7), Cesare, Cadeddu, Walter, Gordin, l’incontenibile Beddamatrix, Titus® lo smilzo, Faccina, l’elefantista a lungoraggio "Doc" Buccino, il duo Furlan(8), Mats, Alex Fischer, Andreas, Andy Young from Antartica County, Paul Kristensen e signora, Marcus Baer e tutti gli altri, italiani e non, che ogni volta ci fanno sentire parte di un grande gruppo.

Resta nella memoria di questo viaggio una montagna ancora selvaggia e paesaggi mozzafiato, una inflazione galoppante (dal giovedì al venerdì sono raddoppiati i prezzi delle birre ;o))), le riparazioni volanti di Zambo a sé e agli altri, le cene luculliane, l’inusitato numero dei partecipanti (˜ 150 Elefant di tutti i tipi), i "dolci" rumori notturni, il lavoro d’equipe sulla frizione del Kiwi e sulla ruota anteriore di Valter, la grintosa guida di Elena, la "fragorosa" mancanza di Cementone(9).

Ma soprattutto, una volta salutati i compagni di viaggio e ritornati a casa, cresce ogni giorno la voglia di ripartire per il prossimo raduno, di risalire su questa cazzo di moto che, chissà , forse si rompe e forse no ma che ti fa sempre questo regalo: ti fa conoscere nuovi amici, ti fa rivedere quelli vecchi.

Ma per favore, cari amici olandesi, l’anno prossimo il raduno organizzatelo per la prima settimana di luglio.

Note:

  1. Sono abbonato e sostenitore sfegatato della squadra di basket Fortitudo Bologna, eterna seconda e solo due volte (con quella di quest’anno) prima in nove finali quasi consecutive (dieci, considerando la finale di Eurolega del 2004).
  2. Per la terza volta in quattro raduni a cui ho partecipato la serie finale si è svolta nello stesso fine settimana del raduno. Le volte precedenti però la mia squadra ha perso la serie prima di arrivare alle date "spinose", togliendomi dal lacerante dilemma.
  3. Ruben Douglas, ala della Fortitudo Bologna, ha segnato il tiro della vittoria a 0,24 secondi dalla fine di gara quattro di finale, giovedì sera.
  4. Max Gilera e il suo "quartino" Elena, lui quasi due metri, lei, ehm, molto meno.
  5. Marco "Ferro" Ferrari, Mario (o Roberto?) Pazzi, Gigi Perelli.
  6. Alessandro Lucchesi detto "Mary" perché scriveva (e si firmava) con l’indirizzo email di una sua segretaria di nome, appunto, Mary (o Maria).
  7. Franco Tabacci, Valter Pescio, Marco Rizzati, Marco Torelli, i gaudenti milanesi.
  8. Mak Dolcetta e Stelvio da Pordenone, Friùl.
  9. Alessandro Stradaioli, detto "Cementone" per la sua attività professionale, prefabbricati in cemento, ha dovuto rinunciare alla trasferta per motivi familiari poco prima del raduno. La sua romanesca ironia ci è mancata oltre misura.
Piero "Siccobi" Niccolai