le FOTOle nostre foto e i nostri racconti

I resoconti dei nostri incontri e i nostri raduni corredati dalle relative foto. Un modo per condividere le nostre emozioni.

Portogallo 2009

Fotografie del raduno di Praia Grande

Finalmente si parte. Raggiungo Valter a Milano, dove prendiamo l'autostrada per Genova uscita Genova porto. Una nave diretta a Tangeri in Marocco e che fa scalo a Barcellona ci attende all'imbarco. Molte le vecchie auto e furgoni stracarichi fin sopra il tettuccio, che salendo sulla rampa della nave sferragliano pericolosamente strisciando il terminale di scarico.

Con le moto ben legate nella stiva e sistemati i bagagli in cabina, perlustriamo la nave, bella e con tanti giovani a bordo, equipaggio compreso. Imbarcarsi si è rivelata un'ottima scelta. Unica cosa negativa la defezione di Franco che purtroppo, per problemi famigliari ha dovuto rinunciare al Viaggio.

Sbarcati a Barcellona e sbrigate le foto di rito lungo La Rambla, muoviamo in direzione Madrid che è ormai pomeriggio. Valter con la sua special ad iniezione ed io con la mia AC 900 messa a nuovo e dotata per l'occasione di pignone da 16 e corona da 44, appena lasciato la cerchia di Barcellona fitta di autovelox ci sfoghiamo per lunghi tratti a medie molto elevate. Molte le soste da tabagismo. In serata cerchiamo una sistemazione per la notte che troviamo a Catalayud una cittadina tipicamente spagnola. L'indomani dopo circa 200 km arriviamo a Madrid, che lasciamo in fretta per dirigerci a Toledo all'appuntamento con Cesare che ci ha preceduto con la sua GT ie originalissima targata Varese. Sistemati in un hotel economico ma decoroso, e messo a riposo le cavalcature visitiamo la bella e storica città. Il giorno seguente è venerdì e riprendiamo il viaggio di buon'ora. ci sono circa 600 km da fare e nel tardo pomeriggio arriviamo a Colares e al raduno. l'International Treffen Cagiva Elefant del 2009 in Portogallo è stato per me un raduno anomalo per vari motivi.

Dopo aver scambiato i saluti con i volti più o meno noti ci siamo addentrati nella struttura per visitarla.

Si trattava di una colonia estiva per bambini. Numerose erano le casette dormitorio con letti a vista tipo camerate in contesto verde e alberato.

In una di queste, unico occupante, incontriamo Ottorino, elefantista marchigiano e viaggiatore solitario. Un personaggio. I bagni comuni erano per bambini e non proprio funzionali agli adulti. Non c'erano porte negli stretti wc, tutto a vista ed un solo lavabo al centro! All'ingresso della struttura si trovava il bar/ristorante dove si concentravano i pochi bikers presenti. Di fronte all'ingresso del bar c'era un verde prato in pendenza, più a lato un parcheggio sterrato dov'erano le moto e dietro una piccola piscina in muratura. Qualcuno ci ha indicato dei terrazzamenti sabbiosi sopra il parcheggio esterno. Letteralmente ci siamo arrampicati lassù dove abbiamo montato la tenda nelle vicinanze di altri elefantisti. Non eravamo gli unici italiani. C'era anche il dottore Emilio dal profondo sud della penisola con i suoi amici, tutti con mogli al seguito ed un fitto programma di viaggio. Loro si erano ben sistemati in alcuni chalet sul lato ovest non ancora descritto, dove solitamente soggiornano gli educatori ed addetti in genere della colonia. Non abbiamo mai saputo se gli organizzatori avessero dei programmi. Di fatto ci siamo autogestiti. In quel periodo nella nostra mailing list si discuteva anche in modo acceso sulla correttezza o meno degli inglesi che avevano già da allora indossato i panni degli organizzatori. Questa loro iniziativa negli anni si rivelerà un bene per tutti, appianando le divergenze di opinioni, ma allora mi trovavo tra quelli che la osteggiavano influenzando inevitabilmente il mio atteggiamento. Speriamo che Emilio abbia fatto meglio di me.

Cesare avrebbe voluto visitare il santuario di Fatima, ma dato la sveglia non proprio mattutina, la distanza e le strade tortuose, decidiamo di visitare il più vicino Palàcio Nacional Da Pena, uno dei 7 siti portoghesi dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità immerso nel suo parco e nella Serra di Sintra. Spettacolare!

Rientriamo e facciamo in tempo a fare un po' di mare. Verso sera ci attardiamo nel parcheggio del raduno con Emilio per poi involarci verso Cabo da Roca una località vicina, allo scopo di goderci il tramonto dal punto più ad ovest dell'Europa continentale, ma arriviamo troppo tardi ed il sole è già per meta dietro la linea dell'orizzonte. Peccato! Suggestiva invece la vista delle scogliere a picco sull'oceano.

La domenica mattina Cesare ci dà la sveglia per salutarci perché intende visitare Lisbona mentre Valter ed io abbiamo in programma di andare in Algarve per poi risalire la Spagna facendo 2 o 3 tappe stabilite. Come un gesto celebrativo ci prepariamo un caffè e ci salutiamo dandoci appuntamento a Barcellona. Smontiamo la tenda, carichiamo le moto e con tutta calma ci soffermiamo a chiacchierare con chi capita nel parcheggio.

Si parte ed in serata dopo aver viaggiato per strade quasi prive di traffico attraversando ampie zone aride del Portogallo giungiamo a Tavira , una cittadina lungo la costa atlantica dell'Algarve dove ci permettiamo una sistemazione di categoria in hotel con piscina. All'inizio il luogo non sembra un granché, ma la sera quando la giriamo a piedi scopriamo scorci caratteristici che ci fanno cambiare idea. Come tante località di quel tratto di costa Tavira non è direttamente in contatto con l'oceano aperto ma è protetta da lunghe ed ampie lingue di terra che di tanto in tanto si aprono mettendo in comunicazione innumerevoli vie d'acqua. Alcune lingue di terra sono talmente belle e ricche di vegetazione che sono diventate mete turistiche e balneari di grande richiamo. la mattina prendiamo il traghetto bus e ci rechiamo anche noi sull'isola di fronte per una giornata di mare.

Il giorno seguente ricarichiamo le moto e ci dirigiamo in una località dell'interno della Spagna, alla ricerca di un agriturismo isolato sulle rive di un lago artificiale che un elefantista austriaco al raduno ci ha tanto raccomandato. Il posto è bello e selvaggio. Non senza affanno raggiungiamo la meta ma non troviamo nessuno in casa, sicché decidiamo di procedere verso la costa. Valter era appena davanti a me ed ho visto perfettamente tutta la scena. Appena dopo il culmine di un dosso c'è un incrocio. Una donna di nazionalità inglese alla guida di una Subaro Forester si accinge dalla destra ad immettersi sulla strada in direzione opposta la nostra. Forse tradita dalle diverse guide volgeva a noi la nuca quando decide di partire tagliando la strada a Valter che è costretto inevitabilmente ad impattarla. Ruota contro ruota Valter è sbalzato una decina di metri avanti scavalcando l'auto e con un gesto misto di agilità ed istinto atterra rannicchiato senza danni apparenti. Piastre forcelle, cerchio ed attacco pinze freno sono rotti. Questi i danni più gravi ed evidenti sull'elefantessa ferita che sentenziano un cambio di programma obbligato. Per la cronaca anche la signora inglese che ha causato il sinistro è rimasta a piedi col semiasse della ruota anteriore sinistra rotto! Lunghe le attese per polizia e accertamenti. Ancor più atteso il soccorso stradale che giunge quasi col buio e che poi ci conduce fino a Torre del Mar, direttamente in albergo. Il giorno seguente dopo alcune ricerche telefoniche, con l'unica Cagiva superstite ci rechiamo fino a Malaga in zona aeroporto per noleggiare un furgone adatto al trasporto. Ci noleggiano un Citroen Jumper che riconsegneremo a Barcellona. Recuperiamo la moto al deposito del soccorso stradale e torniamo a Torre Del Mar dove acquistiamo le cinghie a cricchetto. Caricate e assicurate entrambe le moto la mattina seguente dopo aver ben riposato ci avviamo verso Barcellona dove arriviamo in serata. Troviamo una sistemazione in zona porto ed anche un parcheggio libero nelle vicinanze e con un po'di apprensione ci dirigiamo a piedi per far serata lungo La Rambla e dintorni. Il Giorno a venire ci ritroviamo con Cesare che ha seguito il suo itinere ed è appena tornato a Barcellona.

Passiamo la giornata insieme a visitare la città, per finire a Barcelloneta il quartiere balneare a lato del porto nuovo.

Valter ed io desideriamo cenare senza far tardi, ma facciamo male i conti ed entriamo in agitazione. Abbiamo la nave in tarda serata ma prima c'è da terminare il noleggio. In tutta fretta ci dirigiamo al porto ma col traffico caotico di uno sbarco in corso diventa un incubo. Troviamo finalmente un parcheggio adatto per scaricare tutto dal furgone col quale Valter per consegnarlo si rituffa nel traffico del centro seguito in moto da Cesare. In attesa del loro ritorno carico quasi tutti i bagagli di entrambi sulla mia moto e raggiungo il piazzale di imbarco per poi tornare a prendere il resto. Spingere la moto di Valter con tutti quei danni all'avantreno non è facile e costa molta fatica. Finalmente i 2 ritornano e cosi completiamo la spinta. Tutto bene. Capiamo che ce la abbiamo fatta e con riconoscenza salutiamo Cesare dandoci appuntamento in Italia.

Le 20 ore di nave passano bene e tranquillamente. Sbarcati a Genova ci attende un'ultima fatica. Dobbiamo spingere la moto fino alla postazione di frontiera distante alcune centinaia di metri, dove finalmente ci attendono Giovanni Minotti alias Manaus col suo furgone e Franco Tabacci alias Frk venuti a soccorrerci. Sbarchiamo e spingiamo la moto fino a raggiungerli. Grondante di sudore saluto i sorridenti amici e torno a prendere la mia moto lasciata appena giù dalla nave. Li raggiungo di nuovo, scarico i bagagli di Valter e guardando l'elefantessa ferita già sul furgone so che guarirà presto perché è in buone mani, quelle di chi l'ha realizzata e quelle di chi l'ha da sempre curata.

Sono stanco ma felice di aver vissuto una bella vacanza, anche sfortunata e forse per questo ancor più memorabile.

Saluto con affetto e gratitudine gli amici, rimonto sulla fedele Cagiva, e ringraziando la mia buona stella mi involo, solo, verso casa.

Marco Rizzati